Dopo aver visitato Pozzuoli, il suo straordinario Anfiteatro e il suo misterioso Rione Terra passeggiando in riva al mare, ci avviamo lungo il golfo, alla scoperta della Storia dei Campi Flegrei con i bambini.
Queste terre, da sempre “ballerine” a causa della loro natura vulcanica, ma estremamente fertili, sono state abitate sin dall’antichità.
I primi furono i Greci, che prima ancora di fondare Napoli, approdarono qui, a Cuma.
Ma fu con i Romani che quest’area raggiunse il suo massimo splendore, entrando addirittura in competizione con la Roma Imperiale.
Ville strabilianti costruite sul mare per godersi le terme (tanto che Baia fu chiamata “Pausilla Roma”, la “Piccola Roma”), il porto più importante del Tirreno per il commercio con l’Oriente, la Prima Flotta Imperiale (con le 500 triremi della “Classis Praetoria Misenatis”), la famosa Cattedrale dell’Acqua, l’Antro della Sibilla, le Cento Camerelle, Baia sommersa: i Campi Flegrei sono un gigantesco museo a cielo aperto che aspetta solo di essere visitato!
E, grazie al MIBACT, per promuovere e tutelare questo enorme patrimonio artistico, culturale e archeologico è stato istituito il P.A.FLEG, Parco archeologico dei Campi Flegrei.
Comprende ben 25 siti (alcuni di questi accessibili con un solo biglietto valido due giorni): noi ne abbiamo scelti 7, e vi accompagneremo alla scoperta di quelli più interessanti per i bambini, e prima di visitarli, se volete, potete incuriosirli con questi giochi che ne raccontano alcuni.

IL P.A.FLEG,
Parco Archeologico dei Campi Flegrei
L’ANFITEATRO FLAVIO

Lo abbiamo raccontato nel dettaglio nel nostro articolo dedicato a Pozzuoli.
IL CASTELLO DI BAIA E IL MUSEO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI

Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è ospitato nel Castello Aragonese di Baia, che conferma, ancora una volta, come, in questi luoghi, si sovrappongano e convivano ancora oggi millenni di Storia.
Il castello di epoca aragonese si trova su un promontorio, proprio sui resti di una grandiosa villa romana, appartenuta forse a Cesare, che dal mare risaliva sino alla cima (infatti, nel Padiglione Cavaliere del castello si trovano ancora pavimenti mosaicati in ottimo stato).



Nelle sale del museo è esposto molto di quello che è stato portato alla luce negli scavi dei Campi Flegrei (molto altro si trova al Museo Archeologico di Napoli) oppure proveniente da antiche collezioni.
Sale dedicate a Cuma, reperti provenienti da Pozzuoli e dal Rione Terra, da Capo Miseno e da Villa Literno, con ricostruzioni di ville Romane, copie delle statue recuperate dalla città sommersa di Baia e numerosi oggetti di uso comune .
Le sale sono in diverse zone del castello: i visitatori possono percorrerlo, tra rampe e scale, fino alla Piazza d’Armi, una grande terrazza dalla quale godersi lo spettacolare panorama di tutto il golfo.
Info e biglietti sul sito (Ingresso adulti 4€; bambini: 2€; Ingresso Cumulativo Circuito Archeologico Flegreo: adulti € 8; bambini € 4).
Qui Geronimo Stilton racconta il castello di Baia ai bambini.
LE TERME ROMANE DI BAIA E LA “PICCOLA ROMA”

Leggenda vuole che il nome di questa cittadina derivi da Bajos, timoniere e compagno di Ulisse morto e sepolto qui, e le Terme Romane di Baia, erano una delle più grandi attrazioni del mondo romano, tanto che Orazio scriveva: “Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis…” (Nulla al mondo è più splendente dell’ameno golfo di Baia).
E infatti, nel suo periodo di massimo splendore, Baia fu soggetta ad un’inarrestabile attività edilizia da parte dei romani: tutti i romani desideravano avere una villa qui, o almeno potersi godere le terme, tanto che Baia fu denominata “Pausilla Roma”, la “Piccola Roma”.
E quando furono scoperte le tre cupole che “spuntavano” tra le campagne affacciate sul mare, tutti pensarono a dei templi (di Diana, Venere e Mercurio) ma, procedendo con gli scavi, si è capito che in realtà erano enormi sale, dove veniva sfruttata l’energia del sottosuolo.
Erano gli ambienti più importanti di ben tre stabilimenti termali (eretti a distanza di un secolo l’uno dall’altro) costruiti per sfruttare sempre di più le risorse idrominerali: oltre alle grandi vasche, sono stati ritrovati numerosi condotti, scavati direttamente nel terreno, per “catturare” la risalita dei vapori bollenti per le saune.



La “sala di Mercurio” è forse la più nota, sia perché è il più antico esempio di cupola di queste dimensioni in cementizio (una tecnica sperimentata sotto Augusto proprio nei Campi Flegrei) sia per l’ormai famoso “Fico Rovescio”, un albero cresciuto sopra cupola, che, cominciati i restauri, fu segato….ma ricominciò a crescere…a testa in giù, “dentro la cupola”.
Tanto erano apprezzate le cure termali a Baia, che nei secoli successivi, le ville più belle (quelle riccamente decorate, con i migliori panorami, terme private e addirittura l’accesso diretto al mare) furono “divise” per diventare veri e propri alberghi per i frequentatori dei “bagni”.
Il grande successo di Baia durò finchè il bradisismo non fece sprofondare quasi del tutto l’abitato in mare (visitabile oggi “sott’acqua” nel parco di Baia Sommersa).
Info e biglietti sul sito (Ingresso adulti 4€; bambini: 2€; Ingresso Cumulativo Circuito Archeologico Flegreo: adulti € 8; bambini € 4) .
*Qui Geronimo Stilton racconta le terme di Baia ai bambini.
IL PARCO ARCHEOLOGICO DI BAIA SOMMERSA

I pescatori erano abituati da sempre a quello che intravedevano sul fondo del golfo di Baia, ma nel 1969, dopo un sollevamento del suolo e una mareggiata, furono trovate per caso due statue di marmo raffiguranti una scena dell’Odissea (Ulisse che porge a Polifemo la coppa piena di vino).
Solo da allora cominciò un’attiva ricerca e la successiva scoperta di tantissimi reperti, che permisero di cominciare lo studio e il recupero di quella che era stata una delle più importanti città dell’impero romano sprofondata nel mare a causa del bradisismo.
Le sue rovine subacquee si estendono per una superficie grande tre volte Pompei, con strade, chilometri e chilometri di muri, pavimenti di marmo, statue e mosaici.
Nacque così il Parco sommerso di Baia che comprende tutto l’antico Portus Julius, l’antica fascia costiera (oggi molto diversa) che va dall’attuale porto di Baia fino a Pozzuoli.

Ai tempi dell’Impero, l’insenatura di Baia era occupata da un lago (Baianus locus), comunicante con il mare tramite un canale, e dall’enorme complesso del Portus lulius, con il suo ampio bacino e gli ambienti per lo stoccaggio delle merci.
E sulle sue sponde c’erano le ville più belle, con approdi privati e peschiere: sia dei nobili (come quelle degli Scipioni, di Giulio Cesare, Cicerone, Pompeo Magno, Marco Antonio) che degli imperatori (Augusto, Tiberio, Claudio, Caligola, Nerone, Adriano ecc).
*Qui Geronimo Stilton racconta Baia sommersa ai bambini.



Le colonne, i mosaici, le terme di queste ville e le aree mercantili sommerse dal mare, sono oggi visitabili da tutti: non solo da sub (alcuni siti sono visibili anche in apnea, a soli 5mt di profondità) ma anche dalle famiglie e dai visitatori di ogni età, grazie ai tour con vista subacquea a bordo di un’imbarcazioni speciale.
Il battello Iris (che ospita visitatori grandi, piccoli ed anche a quattrozampe), ha il fondo trasparente, e permette di vedere, da molto vicino, colonne, strade, statue, mura e mosaici delle ville romane sul fondo del mare, di quella che era una delle più famose ed eleganti località dell’Impero romano (a volte i tour in barca sono accompagnati anche da un subacqueo che, con le mani, “spazzola” via la sabbia che ricopre i mosaici per una visuale migliore).


Un modo di scoprire la Storia che entusiasma davvero tutti, grandi e bambini: non perdetela!
Tutte le info sul calendario delle visite in barca con orari e prenotazioni sul sito della Lomar Dreams.
Baia sommersa ce la racconta anche Alberto Angela, nel programma “Meraviglie- La penisola dei Tesori”, nella puntata dedicata proprio al più grande Parco Archeologico Sommerso di tutto il Mediterraneo.
IL PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA E L’ANTRO DELLA SIBILLA

L’antica città di Cuma, la prima colonia greca della Magna Grecia (precedente alla stessa Napoli), fu fondata nel 740 a. C. dai Greci che la chiamarono Kimè (cioè “Onda”).
Fu riportata alla luce nei primi del ‘900, quando cominciarono le grandi campagne di scavo, e nel 1927 fu istituito il Parco Archeologico di Cuma, il cui sito più famoso è il cosiddetto “Antro della Sibilla”.
Per secoli si sono cercate nei Campi Flegrei le tracce dei luoghi descritti da Virgilio nell’Eneide, e, nel 1932, lo studioso Maiuri credette di identificare, proprio qui, i luoghi in cui la Sibilla Cumana rispondeva alle domande di chi voleva conoscere il proprio destino.



E, in effetti, chi visita la galleria, con le tante aperture laterali in sequenza da cui entrano fasci di luce, lo capisce subito: il corridoio della galleria ricorda moltissimo i versi nel 6° libro dell’Eneide in cui è descritto “un luogo misterioso con cento porte” dalle quali entravano la luce ed il vento che faceva volare le foglie su cui erano scritti i responsi dell’oracolo.
(in realtà, secondo studi successivi, pare che fosse una galleria militare scavata nel tufo con dei bracci trasversali nei quali sono ricavate cisterne per raccogliere l’acqua piovana).
*Qui Geronimo Stilton racconta la città di Cuma ai bambini
Oltre all’Antro della Sibilla che si trova alle pendici della collina, nell’area dell’acropoli sono visitabili anche la Torre Bizantina con il belvedere, la Terrazza Inferiore (Tempio di Apollo), e ancora più su in cima al Monte di Cuma, la Terrazza Superiore (Tempio di Giove).
Dalla zona più alta si gode di un panorama veramente spettacolare: il golfo, le isole di Ischia e Procida, i laghi e gli scavi non ancora aperti al pubblico.
Info e biglietti (Ingresso adulti 4€; bambini: 2€; Ingresso Cumulativo Circuito Archeologico Flegreo: adulti € 8; bambini € 4) sul sito.
BACOLI, LE CENTO CAMERELLE E LE STUFE DI NERONE

Tra il golfo di Baia e quello di Miseno, affacciata sul mare, c’è la deliziosa cittadina di Bacoli (l’antica “Boaulia”, stalla di buoi, secondo la leggenda che vedeva Ercole rubare i buoi a Gerione per portarli in quella località).
La sua posizione e il meraviglioso panorama sul golfo di Pozzuoli e sulle isole di Procida e Ischia, tra il I sec. a.C. e il IV sec. d.C favorirono, come per Baia, la nascita di un grande centro residenziale e termale romano.
Qui si trova il sito archeologico chiamato “le Cento Camerelle”, un intricato sistema di cunicoli, noto già dal ‘500, conosciuto anche come le “Prigioni di Nerone”, perché, come scrive Tacito, l’imperatore accolse qui la madre Agrippina prima di ordinarne l’assassinio.
In realtà si tratta di un complicato sistema di cisterne, parzialmente esplorate, di cui sono visitabili i piani inferiori, create per sostenere l’enorme fabbisogno idrico della villa sovrastante, dotata di giochi d’acqua, ninfei e peschiere.



E se volete vivere una “giornata da antichi romani” insieme ai bambini, fate un salto alle Terme Stufe di Nerone. E’ un antico centro termale che utilizza ancora oggi, come ai tempi dell’Impero, le acque termali ed i fanghi provenienti dal sottosuolo vulcanico: circa 20/25 sorgenti termali calde e fredde, due caratteristici laghetti, piscine (anche per i più piccoli) e diversi percorsi benessere.
D’estate apre anche il punto di ristoro all’aperto in un bellissimo agrumeto.

A Bacoli non mancate di fare un salto in spiaggia e nei ristorantini sul mare.
CAPO MISENO E LA PISCINA MIRABILIS

Miseno è una frazione di Bacoli, e deve il suo nome al trombettiere di Enea, che affogò in queste acque e fu seppellito sotto il promontorio chiamato, appunto, Capo Miseno.
Fu un porto di grande importanza già al tempo dei greci, grazie al suo doppio bacino naturale: uno più interno (Maremorto o Lago Miseno) dedicato ai cantieri e al rimessaggio delle navi, ed uno più esterno sul mare che era il porto vero e proprio.
Ma fu al tempo della Roma imperiale, quando il Portus Jiulius di Baia sprofondò sott’acqua, che il Portus Misenum assunse un importanza straordinaria: fu scelto da Augusto, sia per la vicinanza a Roma che per la sua frequente presenza nell’area flegrea, come sede della Prima Flotta Imperiale (le 500 triremi della “Classis Praetoria Misenatis”) al suo diretto comando.
Oggi purtroppo non ne restano tracce se non nei racconti degli storici, come quelli di Plinio il Vecchio (comandante in capo della flotta imperiale).
Proprio dalla terrazza della sua splendida villa di Miseno, nel ’79 d.c. Plinio osservò l’eruzione del Vesuvio e decise di partire (per osservare il fenomeno e salvare un amico) per il suo ultimo viaggio, quello verso Pompei, durante il quale morì per le esalazioni dell’eruzione.
Oltre alle ampie spiagge e ai rinomati ristoranti sul mare, a Bacoli una tappa assolutamente imperdibile è la magnifica Piscina Mirabilis!



Sul costone che domina il bacino del porto di Miseno. c’è una delle costruzioni più imponenti del mondo classico. Conosciuta anche con il nome di “Cattedrale dell’Acqua”, la Piscina Mirabile è la più grande cisterna mai costruita dai romani: una capacità di circa 12.000 mq d’acqua e serviva la flotta imperiale a Miseno (oltre che otto città, tra cui Pompei).
L’acqua arrivava qui, grazie all’acquedotto augusteo (fin dalle lontanissime sorgenti del Serino ad Avellino) e veniva conservata in questo spazio immenso, scavato nel tufo per ben otto metri sotto il livello del mare, dagli altissimi soffitti con volte a botte, e sorretto da 48 pilastri su 4 file da 12.
Ne è rimasto affascinato anche Alberto Angela che l’ha raccontata in una delle sue puntate.
Nessuna foto potrà mai raccontare l’emozione straordinaria che si prova “passeggiando” tra questi colonnati, anche i bambini ne usciranno impressionati e meravigliati (e ne parleranno a lungo!).
Noi vi consigliamo sicuramente di prenotare una visita guidata, per scoprire tutti i segreti di questo luogo stupefacente. Biglietto con visita guidata: Adulti 7€; Bambini: 0-6 anni gratis; fino a 18 anni 4€
Info e prenotazioni sul sito della Piscina Mirabilis.
DOVE DORMIRE CON I BAMBINI
PER VISITARE IL PARCO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI
Noi abbiamo scelto, come base di partenza per il nostro tour, la cittadina di Pozzuoli:
Anyway Campi Flegrei, Ospitalità Diffusa:
Un gruppo che riunisce diverse strutture di soggiorno, a poca distanza le une dalle altre, tutte in pieno centro storico a Pozzuoli (la maggior parte in zona pedonale), a pochi passi dal porto turistico e dal trasporto pubblico (sia per raggiungere a Napoli che per visitare i Campi Flegrei).
Fanno parte del gruppo B&B, case vacanza e appartamenti dotati di tutti i confort (in cui è possibile aggiungere lettini o culle). L’ideale per gruppi di famiglie che viaggiano insieme, che possono così alloggiare in strutture diverse ma vicine tra loro, organizzarsi insieme in ogni momento, ma, allo stesso tempo, avere la propria privacy e rispettare i tempi di ciascuno.
Potete scegliere, in base alle vostre esigenze, tra questi:
– B&B Al Largo, in zona pedonale, a due passi dal porto con due monolocali che possono diventare comunicanti (fino a 5 persone) Guarda le foto e prenota con Booking
– Casa al Largo, sul pedonale Corso della Repubblica (4 posti). Guarda le foto e prenota con Booking
E, in un palazzo di fine ottocento, proprio sulla centrale Piazza della Repubblica, completamente pedonale, ben 4 appartamenti:
– Casa Al Corso, (4 posti). Guarda le foto e prenota con Booking
–À Ma Maison (4 posti) , Jaba Mia House (5 posti), B&B Nido della Quaglia (2 posti con terrazza) ai piani superiori. Guarda le foto e prenota con Booking.
Altre info sul gruppo “Anyway Campi Flegrei, Ospitalità Diffusa” nella recensione della nostra guida.
Altre strutture di soggiorno a Pozzuoli:
–Hotel Gli Dei: camere con vista sul golfo, piscina e ristorante interno.
Guarda le foto e prenota con Booking
–A Casa di Monica: appartamento a 500mt dall’Anfiteatro, 2 camere da letto, 2 bagni, salone e servizi. Animali ammessi. Guarda le foto e prenota su Booking
–B&B A casa dei Bruno: camere a pochi passi dal lungomare pedonale e dal centro storico, colazione, terrazza. Animali ammessi. Guarda le foto e prenota su Booking.